L’assegno di inclusione 2024 è una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale che sostituisce il reddito di cittadinanza dal 1° gennaio 2024. Ma attenzione: non tutti i beneficiari potranno godere di questa prestazione per tutto l’anno. Ci sono infatti dei casi in cui l’assegno di inclusione viene sospeso subito, senza preavviso, a determinate famiglie. Scopriamo quali sono e come evitarli.
Assegno di inclusione 2024: Sospeso subito a queste famiglie
L’assegno di inclusione 2024 sarà erogato dopo il 26 gennaio 2024 per coloro che hanno presentato la domanda entro il 7 di questo mese, mentre per gli altri sarà disponibile a partire dal 15 febbraio prossimo.
Tra altro, c’è la possibilità che il pagamento dell’assegno di inclusione venga interrotto per alcune famiglie dopo qualche mese. Ci sono degli obblighi da rispettare e, se non vengono adempiuti, ciò può portare alla sospensione immediata dei pagamenti. Uno di questi obblighi richiede alle famiglie che usufruiscono del nuovo strumento di recarsi presso i servizi sociali del comune di residenza per la presa in carico e la sottoscrizione del patto di inclusione sociale.
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Va sottolineato che, sebbene la convocazione dovrebbe di solito provenire dai servizi sociali stessi, la normativa stabilisce un limite di tempo entro il quale l’appuntamento deve comunque essere fissato, pena la sospensione del pagamento.
Gli aventi diritto all’Assegno di Inclusione 2024 sono tenuti a presentarsi presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla richiesta, affinché venga effettuata una valutazione della loro idoneità occupazionale e della situazione di bisogno. Questa valutazione dovrà essere rinnovata periodicamente, ogni 90 giorni. Nel caso in cui la presentazione non avvenga entro il termine stabilito, il beneficio sarà sospeso.
Ma cosa succede se la comunicazione ufficiale non arriva? In questo caso, è comunque responsabilità della famiglia presentarsi autonomamente presso i servizi sociali del Comune, al fine di consentire una valutazione completa dei bisogni del nucleo familiare.
Un consiglio importante è quello di monitorare attentamente la scadenza: se non ricevete la convocazione, è consigliabile recarsi, anche senza appuntamento, presso gli uffici dei servizi sociali del vostro Comune di residenza.
Chi deve rispondere alla convocazione?
L’assegno di inclusione 2024 rappresenta un sostegno economico e sociale, entrando in vigore dall’1 gennaio 2024 per famiglie con almeno un componente nelle seguenti categorie:
- Disabilità
- Minorenni
- Almeno 60 anni di età
- Condizione di svantaggio, inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari certificato dalla pubblica amministrazione
Per richiedere questo beneficio, è necessario presentare una domanda online all’INPS, utilizzando SPID, Carta Nazionale dei Servizi o Carta di Identità Elettronica. È anche possibile farlo presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF) o gli Istituti di Patronato.
Il periodo di presentazione delle domande va dall’18 dicembre 2023. Il beneficio inizia dal mese successivo alla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD) del nucleo familiare, previo esito positivo della verifica dei requisiti.
È importante notare che, anche se il requisito di attivazione lavorativa sembra non riguardare coloro che hanno tra i 18 e i 59 anni e sono in grado di lavorare, in realtà, tutti i componenti del nucleo familiare sono coinvolti nella valutazione multidimensionale.
Questa valutazione, come definito dall’articolo 8, comma 5, del decreto ministeriale n. 154 del 2023, ha lo scopo di definire un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa, indipendentemente dalla loro obbligazione di attivazione lavorativa o meno.
L’obbligo di presentazione ogni 3 mesi?
Non è sufficiente semplicemente recarsi ai servizi sociali entro quattro mesi dall’attivazione del PAD per conservare il diritto all’Assegno di Inclusione. Tra gli obblighi da rispettare, c’è la necessità per i beneficiari di presentarsi ogni 90 giorni, presso i servizi sociali o i patronati, per aggiornare la propria situazione.
Tuttavia, coloro che sono attivabili al lavoro, e a cui è richiesta la firma del Patto di Servizio Personalizzato, devono presentarsi ogni 90 giorni presso i centri per l’impiego o, in alternativa, presso gli enti accreditati per i servizi lavorativi (agenzie private) con cui è stato stipulato il suddetto patto. Questo impegno è obbligatorio per mantenere il beneficio e assicurarsi che la propria posizione lavorativa sia aggiornata regolarmente.
In breve, la frequenza delle visite ai servizi sociali o ai centri per l’impiego è cruciale per coloro che godono dell’Assegno di Inclusione, garantendo la conformità agli obblighi e assicurando che il supporto economico continui senza interruzioni. Questo sistema mira a favorire una partecipazione attiva nel mondo del lavoro ed a mantenere aggiornate le informazioni necessarie per garantire un sostegno continuo.
Che successo lo date o no una parola o e attivo rdc o altro non rompete alle persone che hanno fatto i documenti e rdc andava bene e sono in attesa di altri entrate di rdc da giugno vorrri essere avvisato dal ente interessata che a messo questa legge